SKU: 9788817024860

La fabbrica degli ignoranti. La disfatta della scuola italiana – Giovanni Floris – Libro – Rizzoli

Informazioni aggiuntive

Titotlo

fabbrica degli ignoranti. La disfatta della scuola italiana

Autore

Editore

Pubblicato il

2008 09 10

Formato

Pagine

305

Lingua

Altezza

220

Larghezza

140

Spessore

30

Peso

474

Il prezzo originale era: 19,50 €.Il prezzo attuale è: 18,53 €.

Esaurito

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La fabbrica degli ignoranti. La disfatta della scuola italiana – Giovanni Floris – Libro – Rizzoli

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Pubblicato il

2008 09 10

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305

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Altezza

220

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Descrizione:

Il manager strapagato che incita a vincere come fece Napoleone a Waterloo, l’avvocato che scrive “l’addove”, il politico secondo cui Darfùr è il dialetto per dire “sbrigati”. La nostra classe dirigente è composta da mostri? La ben più dura realtà è che non sono più ignoranti della media. Questo clamoroso fallimento culturale ha un colpevole: la scuola. Per ogni persona che non capisce o non si fa capire c’è infatti un professore senza prospettive, un laboratorio senza apparecchiature, un preside senza portafoglio e una sfilza di ministri che hanno accumulato riforme sempre più inutili. Non può pretendere di avere un futuro un Paese in cui non si rispetta l’istituzione che forma i cittadini. In cui si guadagna meno a insegnare che a pulire i pavimenti, e i bravi docenti vengono ricompensati con carriere immobili. “Siamo allo stadio di zoo umano”, commenta sconfortata una prof, ma di chi è la colpa? In questa inchiesta sui mali della scuola e dell’Università italiane Giovanni Floris non risparmia fatti, numeri e situazioni allucinanti. Dall’asilo di Napoli che non apre perché mancano i bidelli fino all’istituto friulano che ogni anno cambia l’intero corpo docente (precario). Un libro di denuncia e insieme un atto d’amore verso una scuola di nobile tradizione, piombata in un Medioevo di strutture fatiscenti e insegnanti girovaghi come braccianti. Di fronte al declino della convivenza civile, della vita politica, dell’innovazione culturale, è ora che torniamo tutti sui banchi.

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