In difesa del cibo – Michael Pollan – Libro – Adelphi
Informazioni aggiuntive
| Titotlo | In difesa del cibo |
|---|---|
| Autore | |
| Editore | |
| Collana | |
| Num. Collana | 79 |
| Pubblicato il | 2009 06 03 |
| Formato | |
| Pagine | 252 |
| Lingua | |
| Altezza mm | 219 |
| Larghezza mm | 140 |
| Spessore mm | 17 |
| Peso gr | 351 |
20,00 € Il prezzo originale era: 20,00 €.19,00 €Il prezzo attuale è: 19,00 €.
Esaurito
In difesa del cibo – Michael Pollan – Libro – Adelphi
Informazioni aggiuntive
| Titotlo | In difesa del cibo |
|---|---|
| Autore | |
| Editore | |
| Collana | |
| Num. Collana | 79 |
| Pubblicato il | 2009 06 03 |
| Formato | |
| Pagine | 252 |
| Lingua | |
| Altezza mm | 219 |
| Larghezza mm | 140 |
| Spessore mm | 17 |
| Peso gr | 351 |
20,00 € Il prezzo originale era: 20,00 €.19,00 €Il prezzo attuale è: 19,00 €.
Esaurito
Descrizione:
Nel “Dilemma dell’onnivoro” Michael Pollan aveva smontato il pranzo che ci apparecchiamo ogni giorno, dimostrando che cosa realmente contenga, a dispetto di quanto dicono le etichette. In questo libro, che amplia e conclude il precedente, Pollan va oltre, demolendo una credenza particolarmente pericolosa e ormai diffusissima, e cioè che a renderci più sani e più belli non siano tanto le cose che mangiamo, quanto le sostanze che le compongono. Nel mondo immaginato dai nutrizionisti, ricorda Pollan, anziché perdere tempo a sbucciare e fare a spicchi le arance basterebbe assumere una quantità equivalente di vitamina C. Ma accade invece che gli stessi nutrizionisti mettano improvvisamente al bando le componenti della dieta che fino a poche settimane prima avevano presentato come irrinunciabili, e che per paradosso gli Stati Uniti, cioè il paese più ossessionato di qualsiasi altro dal terrore di mangiare qualcosa che fa male, o di non mangiare ciò che fa bene, si siano dati il modello alimentare più malsano e patogeno fin qui conosciuto. Il rimedio? Sarebbe semplice, sostiene Pollan: non mangiare nulla che la nostra nonna non avrebbe mangiato. In altre parole, cibo, meglio se poco, e meglio ancora se verde. Sarebbe semplice, cioè, se non sconvolgesse il credo dell’industria più potente e insostituibile al mondo, quella agroalimentare. Che, come dimostrano le violentissime polemiche già suscitate da questo libro alla sua uscita, non intende arrendersi neppure all’evidenza senza combattere.