SKU: 9788860401809

Il valzer delle camelie. Echi di Parigi nella Traviata – Emilio Sala – Libro – EDT

Informazioni aggiuntive

Titotlo

valzer delle camelie. Echi di Parigi nella Traviata

Autore

Editore

Collana

Num. Collana

23

Pubblicato il

2008 03 06

Formato

Pagine

167

Lingua

Altezza mm

233

Larghezza mm

163

Spessore mm

15

Peso gr

291

Il prezzo originale era: 15,00 €.Il prezzo attuale è: 14,25 €.

Esaurito

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Il valzer delle camelie. Echi di Parigi nella Traviata – Emilio Sala – Libro – EDT

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valzer delle camelie. Echi di Parigi nella Traviata

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Num. Collana

23

Pubblicato il

2008 03 06

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Descrizione:

Qual è il ruolo di Parigi, e in particolare del suo “paesaggio sonoro”, nella “Traviata” di Giuseppe Verdi? Il compositore vi giunge per la prima volta nel 1847, pochi mesi dopo la morte (a ventitré anni) di Marie Duplessis, la celebre cortigiana ammalata di tisi ed emblema di quell’effimero metropolitano, gaudente e disperato, nel cui clima fiorirono un po’ tutte le “signore delle camelie”. A Parigi Verdi rimane per quasi due annii: lì avvia la relazione con Giuseppina Strepponi, lì si immerge nel “popoloso deserto” del boulevard, frequentando assiduamente i teatri popolari, nei cui drammi la musica di scena era largamente utilizzata, sia come strumento di intensificazione emotiva e di spettacolarizzazione, sia con la funzione di memoria interna. E proprio in uno di questi teatri che, con ogni probabilità, Verdi assisterà alle prime rappresentazioni del dramma “La dame aux camélias” di Alexandre Dumas. Attraverso una ricerca “sul campo” di stampo indiziario, Emilio Sala tenta di interpretare “La traviata” ricostruendo il ricco “sistema di rappresentazione” (musicale e non solo) di cui fa parte; un sistema che ha radici proprio nei teatri popolari del celebre Boulevard du Temple, e in cui il “moderno” baudelairiano – il transitorio, il fuggitivo, il contingente – si coagula intorno a delle costanti che ritroveremo tutte nell’opera di Verdi: il valzer e la polka, l’uso di un “motivo di reminiscenza” per dipingere la morte musicale, la festa rumorosa come palliativo e narcotico per il male di vivere.