La campagna d’Italia di Napoleone, dissipato l’alone poetico di cui era stata circondata la figura dell’oscuro tenente divenuto imperatore a 35 anni, si dimostra nell’interpretazione di Ferrero un’avventura. Culminata nel trattato di Campoformio spezza l’equilibrio non solo d’Italia e d’Austria, ma dell’Europa tutta. L’autore vede nei regimi autoritari e totalitari degli anni Trenta la logica conseguenza della forzata “liberazione” che l’Italia e l’Europa subirono da parte di Napoleone. “Quando la libertà non è conquistata dal basso e la democrazia non diventa consenso, i regimi democratici possono rovesciarsi da un momento all’altro.”