Profondamente diverso rispetto alla prima stesura del 1845, il romanzo offre un ritratto accurato quanto sofferto di esistenze e personaggi affatto comuni, sullo sfondo – ricostruito con fedeltà pressoché certosina – delle vicende storico-politiche della giovinezza flaubertiana. Negli anni della monarchia di Luigi Filippo d’Orléans, Frédéric Moreau, giovane assai ricco in virtù di una cospicua eredità, segue senza entusiasmo studi giuridici a Parigi, ove conosce un intenso sentimento per Marie Arnoux, moglie di un equivoco editore d’arte. In seguito, la sua vita è costellata da altre esperienze amorose – molto meno platoniche – e da diversi viaggi, fino al suo rientro nella capitale. Dopo vent’anni di esistenza mediocre, priva di vere passioni, sostanzialmente monotona, Frédéric riceve una visita inaspettata di Madame Arnoux, oramai non più giovane: insieme rievocano, allora, il passato, immaginando come avrebbe potuto essere il loro destino se lei l’avesse corrisposto; la donna poi si congeda definitivamente. L’opera è caratterizzata da uno stile piano, asciutto e sapientemente dimesso, nonché da una cura minuziosa, pressoché ossessiva di ogni particolare.