Siamo nel 1936 e una giovane madre che si riposa sul ciglio di una strada californiana viene fotografata da una donna che sta documentando gli immigrati in cerca di lavoro nelle fattorie americane. Nessuna delle due sa che da quell’incontro casuale nascerà l’immagine più rappresentativa della Grande Depressione. Tre personaggi arricchiscono la narrazione: Mary, la madre migrante che possiede una grande riserva di coraggio e forza d’animo, e custodisce segretamente delle passioni mai rivelate a nessuno. Vera Dare, la fotografa che pur di inseguire la sua ambizione artistica ha deciso di lasciare i suoi bambini. Infine Walker Dodge, un professore di Antropologia culturale che viene a scoprire un segreto di famiglia. Marisa Silver trae ispirazione da “Madre migrante”, la meravigliosa fotografia di Dorothea Lange, per consegnarci uno scorcio di un brevissimo momento della storia, e ci ricorda che uno scatto può catturare l’essenza di un istante, ma rappresenta solo un graffio alla superficie della vita reale.