SKU: 9788871685588

Dizionario affettivo della lingua ebraica – Bruno Osimo – Libro – Marcos y Marcos

Informazioni aggiuntive

Titotlo

Dizionario affettivo della lingua ebraica

Autore

Editore

Collana

Num. Collana

187

Pubblicato il

2011 02 17

Formato

Pagine

303

Lingua

Altezza mm

202

Larghezza mm

125

Spessore mm

20

Peso gr

360

Il prezzo originale era: 16,00 €.Il prezzo attuale è: 15,20 €.

Esaurito

SKU: 9788871685588

Dizionario affettivo della lingua ebraica – Bruno Osimo – Libro – Marcos y Marcos

Informazioni aggiuntive

Titotlo

Dizionario affettivo della lingua ebraica

Autore

Editore

Collana

Num. Collana

187

Pubblicato il

2011 02 17

Formato

Pagine

303

Lingua

Altezza mm

202

Larghezza mm

125

Spessore mm

20

Peso gr

360

Il prezzo originale era: 16,00 €.Il prezzo attuale è: 15,20 €.

Esaurito

Descrizione:

In ebraico papà si dice aba; dunque, nemmeno a farlo apposta, la prima voce è papà; e da qui in poi ogni voce è un appiglio, una lente, uno specchio della storia di Bruno. Tra zii fuggiti in Inghilterra e in America durante la Catastrofe, calzini spaiati, piaceri e dispiaceri della carne, cammina Bruno, senza bussola nel mondo finché non scopre che la lingua parlata da sua madre, e spacciata per italiano corrente, è in realtà mammese, o tampònico. Sua madre parla una lingua che non descrive la realtà come appare, ma come apparirebbe se non facesse paura, se non mettesse in imbarazzo, se non suscitasse emozioni: “Mi raccomando” vuol dire “È questione di vita o di morte”; “Ti voglio bene” si dice “Complimenti”. Cominciare a tradurre dal mammese salva la vita a Bruno e gli insegna l’arte della differenza, la difficoltà di comunicarla; l’arte di adattare e di adattarsi. Si trasforma così in un traduttore alfiere: indomito, sempre in servizio. Alle prese con paure improvvise ma dotato anche di risorse segrete: per esempio una mano morbida e asciutta che a volte lo protegge quando vede le cose brutte davanti a sé. È la mano che suo padre gli metteva sugli occhi e sulla fronte quando, facendo spese il sabato mattina, il macellaio alzava la mannaia.