SKU: 9788838927690

Memoria dei poeti e sistema letterario. Catullo, Virgilio, Ovidio, Lucano – Gian Biagio Conte – Libro – Sellerio Editore Palermo

Informazioni aggiuntive

Titotlo

Memoria dei poeti e sistema letterario. Catullo, Virgilio, Ovidio, Lucano

Autore

Editore

Collana

Num. Collana

96

Pubblicato il

2012 11 15

Formato

Pagine

183

Lingua

Altezza mm

119

Larghezza mm

197

Spessore mm

13

Peso gr

196

Il prezzo originale era: 16,00 €.Il prezzo attuale è: 15,20 €.

Esaurito

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Memoria dei poeti e sistema letterario. Catullo, Virgilio, Ovidio, Lucano – Gian Biagio Conte – Libro – Sellerio Editore Palermo

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Memoria dei poeti e sistema letterario. Catullo, Virgilio, Ovidio, Lucano

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96

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2012 11 15

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Descrizione:

Cos’è un testo poetico, cosa lo distingue da un tipo qualunque di comunicazione e perché ce ne aspettiamo qualcosa di nuovo? La risposta tentata in questo volume si svolge come una navigazione nell’universo dei rapporti tra il poeta e il sistema letterario (classici, tradizioni, pubblico, generi) nel quale è immerso. Navigazione che parte dal fenomeno della memoria poetica (i debiti, i lasciti, le imitazioni e le reminiscenze, tra il poeta e i suoi predecessori). Tra retorica e filologia, Gian Biagio Conte, orienta il lettore, grazie anche a un grandioso deposito di esempi che vanno dal Virgilio che cita Catullo che cita Omero fino alla “Pharsalia” di Lucano, sul concetto chiave di poesia allusiva. E poesia allusiva quella che, rimandando a precedenti, risveglia nel lettore emozioni complesse, legate a “una memoria dotta”. Il poeta viene ad aver bisogno della collaborazione complice del lettore che condivide e comprende l’allusione. E tutto questo proietta il poeta nella dimensione della storia e della tradizione: il peso si sposta ora sulla cultura che il poeta è capace di interpretare ed esprimere e sul suo ruolo sociale. Svolgendo una funzione che oltrepassa la semplice comunicazione, la poesia ha bisogno di un linguaggio che estrania da quell’uso ordinario, che anzi ne sottolinei la lontananza: ne deriva che la parola diventa “nobile” e “augusta”.

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