SKU: 9788838927102

Scritti galeotti. Narratori in catene dal Settecento ad oggi – Daria Galateria – Libro – Sellerio Editore Palermo

Informazioni aggiuntive

Titotlo

Scritti galeotti. Narratori in catene dal Settecento ad oggi

Autore

Editore

Collana

Num. Collana

892

Pubblicato il

2012 05 31

Formato

Pagine

302

Lingua

Altezza mm

123

Larghezza mm

172

Spessore mm

20

Peso gr

295

Il prezzo originale era: 14,00 €.Il prezzo attuale è: 13,30 €.

Esaurito

SKU: 9788838927102

Scritti galeotti. Narratori in catene dal Settecento ad oggi – Daria Galateria – Libro – Sellerio Editore Palermo

Informazioni aggiuntive

Titotlo

Scritti galeotti. Narratori in catene dal Settecento ad oggi

Autore

Editore

Collana

Num. Collana

892

Pubblicato il

2012 05 31

Formato

Pagine

302

Lingua

Altezza mm

123

Larghezza mm

172

Spessore mm

20

Peso gr

295

Il prezzo originale era: 14,00 €.Il prezzo attuale è: 13,30 €.

Esaurito

Descrizione:

Sono stati molti gli scrittori in galera, finiti dentro a causa dei motivi più diversi – dalle rapine a mano armata all’assassinio della moglie (delitto, questo, molto diffuso tra i letterati, da Verlaine a Burroughs a Norman Mailer a Fallada). Addirittura tra galera e scrittura sembra correre una affinità: alcuni scrittori, come Jean Genet o Chester Himes, lo sono diventati dentro, altri, da Kleist a Giuseppe Berto, vi hanno potuto rinnovare ispirazioni e giustificazioni a creare, quasi tutti hanno trovato il modo di correggere la propria linea di scrittura. E come se dietro le sbarre i loro pensieri vietati trovassero nuove e più efficaci fantasie (“vi siete sbagliati – diceva Sade ai carcerieri -avete acceso la mia testa, mi avete spinto a creare fantasmi che dovrò realizzare”). Perché? Secondo quanto mostra l’autrice di questo erudito e divertente pellegrinare di cella di scrittore in cella di scrittore (in ordine cronologico, da quelle di Voltaire e Diderot, a quelle di Adriano Sofri e Goliarda Sapienza: e sono celle che coprono tutta la scala reclusoria, dalle galanti e libertine, tali quelle settecentesche, alle celle plumbee, quali quelle dei lager e dei gulag), è perché l’immaginazione, costretta, cresce e soprattutto cresce il desiderio. Le scrittrici, in particolare, confessano tutte che in carcere, affrancate dall’obbligo di accudire gli altri, sperimentano un’insolita forma di libertà: possono occuparsi di se stesse.

Potrebbero interessarti anche